Lo scudocrociato taroccato e una profezia di Forattini

Maurizio Crippa

Si è conclusa la riffa dei simboli delle liste al Viminale. Nell’elenco dei caduti, spicca un regolamentare “Libertas - Democrazia cristiana”

C’era quella antica vignetta di Forattini, che a volte riusciva a essere icastico, con un Gesù incazzato peggio di Bergoglio quando parla col cardinale O’Malley che se ne va con la sua croce in spalla, dopo averla strappata dallo scudo (crociato) della Balena bianca e aver fatto un occhio nero al malcapitato democristianone. Altri tempi, quando Nazareno voleva dire davvero Nazareno. Che farebbe ora, se non avesse altro di meglio cui pensare? Ieri si è conclusa la riffa dei simboli delle liste al Viminale, un classico del nazional-popolare, e su 103 partecipanti alla tombola ne ha ammessi 75. Nell’elenco dei caduti, spicca un regolamentare “Libertas - Democrazia cristiana” filologico e bello come ai tempi di Remo Gaspari. Non ammesso, e non chiedetemi di verificare tecnicamente il perché. Però ci sarà in pista l’altro, di scudocrociato, per quanto sottoposto a un restyling che sa di taroccamento come fanno certe carrozzerie per camuffare le auto rubate. E’ lo scudocrociato della Democrazia Cristiana con la scritta Libertas, ma posto sopra a una striscia tricolore e sovrapposto alla scritta Udc in trasparenza. Il tutto sotto la scritta bianca su fondo blu “Noi con l’Italia”. L’abbandono dell’ortodossia ortogonale e la sua trasformazione allusiva (o sarà per le allodole?) alla “quarta gamba” del centrodestra. Insomma Lupi, Fitto e pure Cesa. “Puntiamo al 6 per cento”, “saremo quelli che determineranno la vittoria del centrodestra”. E per una prospettiva politica così, ai tempi di Forattini, sarebbe stato il democristianone a restituire il maltolto. E metterci una croce sopra.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"