A Di Maio servirebbero 30 centimetri di fiuto politico
La telefonata tra il leader del Movimento 5 Stelle e Matteo Salvini, l'anniversario della morte di John Holmes e quel verso immortale di Elio e le Storie Tese
Poiché siamo in periodo di importanti anniversari, ieri erano trent’anni dalla morte di John Holmes e tutti quanti i siti e i giornali che se lo possono permettere – cioè tutti quelli che non sono ancora stati travolti dal trend neopuritano – hanno reso il doveroso omaggio all’attore che sarebbe diventato l’icona di due generazioni anche senza il verso immortale di Elio e le Storie Tese, “trenta centimetri di dimensione artistica”. Oggi è probabile che un furbone come Elio, uno che ha sempre capito tutto in anticipo, cambierebbe quel verso e punterebbe di più sulle capacità di leader carismatico. Oggi tira molto, l’uomo forte. E trenta centimetri di carisma non li hanno tutti. Ad esempio c’è il leader carismatico Giggino Di Maio. Sta provando a mostrare che, sotto l’aria da stewart alle prime armi, ha un carisma lungo così. Ed è una bizzarra gara al celodurismo, se ci fate caso. Con Matteo Salvini, sì, che il brand ce l’aveva pure in casa. “Ieri, poco dopo le ore 20 ho ricevuto una telefonata da Matteo Salvini. Mi fa piacere raccontarvi cosa”, ha scritto sul Sacro Blog, come se importasse davvero. Che gli ha detto? Ha rivendicato a muso duro “l’attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera” in quanto “prima forza politica del paese”. Questo vuol dire avere gli attributi. Ma soprattutto: “Abbiamo chiesto di avere un presidente della Camera perché vogliamo che alla Camera si parta con la delibera sui vitalizi”. E questo significa essere carismatici. Quanto poi a sapere che le cose non funzionano proprio così, in democrazia, ci vorrebbe un bel trenta centimetri di intelligenza politica.