Terry Gilliam. Foto LaPresse

Gilliam e Monty Cerno

Maurizio Crippa

L’unica consolazione per il regista, dopo le dichiarazioni sul #metoo, è che sta a Hollywood. Almeno schiverà il ridicolo dell’Italia, dove per un brutto voto a dei ballerini gay si chiama la Vigilanza Rai 

Saremmo grati in eterno a Terry Gilliam anche se non avesse mai fatto L’esercito delle 12 scimmie, basta e avanza il mitico Brian di Nazareth. Però adesso lo vorremmo presidente di Camera e Senato a show unificati, o quantomeno reggente del Pd fino alla prossima comica. Perché l’altro giorno il funambolico attore regista ha preso la bibbia di Hollywood Variety col piglio di un Mosè quando prendeva le tavole della Legge e ha scolpito nel marmo un paio di sentenze. Su Harvey Weinstein: “Io credo che chi ha accettato di stare con lui sapesse cosa stava facendo. Si tratta di persone adulte, sono adulti spinti da grandi ambizioni”. L’altra l’ha dedicata alle erinni #MeToo che stanno destabilizzando Hollywood manco fosse un Nazareno qualsiasi: “Un movimento sciocco e semplicistico”. Scorretto com’è, non è stato carinissimo nemmeno con le attrici che ormai si sentono tutte vittime. Ma, siccome non è Barbara Balzerani, non parlava di omicidi, al massimo di Asia Argento. La quale si è immediatamente sentita “angered” e “disgusted”.

 

Che gli faranno al buon Terry, adesso? Siccome Ellen Barkin ha già twittato “posso personalmente darvi un consiglio: non rimanete mai da sole in un ascensore con Terry Gilliam”, lo abbiamo già capito. L’unica consolazione per lui è che sta a Hollywood, e almeno schiverà il ridicolo dell’Italia. Il paese in cui per un Ivan Zazzaroni che si rifiuta di dare un bel voto alla coppia di ballerini gay di Ballando con le stelle, c’è subito un Tommy Cerno che denuncia “omofobia senza giustificazioni” e chiede l’intervento della Vigilanza Rai. Monty Cerno, il non senso della vita.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"