Il garantismo sussiste ancora (cincin!). Sala e l'Expo
Il gup Giovanna Campanile si è pronunciata contro il rinvio a giudizio di Beppe Sala (oggi sindaco) per fatti, che “non sussistono”, di quando era Mr. Expo
Ma sì, dai! Dopo verrà il diluvio, il nero regno del neo manettarismo populista, e persino il dott. Davigo o un suo derivato al ministero della Giustizia. Ma c’è ancora un attimo, uno scampolo di bella stagione, e allora godiamoci questi saldi di garantismo, questa ultima luce prima dell’inverno dei Torquemada. E poi oggi è Venerdì Santo, ne basta uno di Condannato che non ha avuto un giusto processo. Allora bene: “Non luogo a procedere”. Qui a Milano, il gup Giovanna Campanile si è pronunciata contro il rinvio a giudizio di Beppe Sala (oggi sindaco) per fatti, che “non sussistono”, di quando era Mr. Expo in camicia bianca. La storia è quella tragicomica, se la vedete dal punto di vista di come lavorano i pm d’assalto, dell’appalto della Piastra dei servizi dell’Expo. Si trattava di velocizzare alcune procedure, affinché l’evento si riuscisse a fare, e i tempi erano stretti, vi ricorderete. Bene, Sala è stato prosciolto “perché il fatto non sussiste”. Tutta la storia non la stiamo a ricapitolare, è lunga, complicata e vagamente kafkiana. Secondo l’accusa Sala aveva “violato” il Codice degli appalti eccedendo nel potere di deroga per la fornitura di seimila alberi. Un bosco di malaffare. Ma niente, ancora per un poco, in Italia vige l’idea che se un manager pubblico porta casa bene e senza pasticci un risultato, ha soltanto fatto il suo dovere. Cin cin. (Ah, buona Pasqua anche a Gianni Barbacetto e a tutti quelli della lunga Quaresima dell’Illegalità).