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Giada e il “18 dell'anima” che avrebbe rifiutato

Maurizio Crippa

La studentessa di Scienze naturali che l’altro giorno è salita sul tetto è si è buttata giù e la lettera “struggente” di un prof. “molto popolare sui social network”

Jean-Claude Romand sterminò la famiglia per nascondere una laurea mai presa, e si meritò un gran romanzo di Emmanuel Carrère, L’avversario. Giada è la studentessa di Scienze naturali a Napoli che l’altro giorno è salita sul tetto è si è buttata giù. Quel giorno doveva laurearsi, ma non era vero, gli esami non li aveva terminati. Però Giada, invece che un romanzo di Carrère, si è meritata (no, non se l’è meritata) una lettera del prof. Guido Saraceni, docente di Filosofia del diritto e Informatica giuridica a Teramo e “molto popolare sui social network”, qualsiasi cosa significhi. Secondo il Corriere è una lettera “struggente”, ma non lo è. E’ una solenne baggianata. Il professore molto popolare sui social media, invece di interrogarsi su cosa può essere passato in testa a Giada, o a Jean-Claude (ma lui non è Carrère), se la cava con una moralicchia da 18 politico dell’anima: “L’Università non è una gara, non serve per dare soddisfazione alle persone che ci circondano, non è una affannosa corsa ad ostacoli verso il lavoro”. (Verso la laurea magari sì). “Cerchiamo di spiegarlo bene ai nostri ragazzi. Liberiamoli una volta per tutte dall’ossessione della prestazione perfetta, della competizione infinita”. E nessuno la vorrebbe una laurea al costo di una tragedia. Ma il 18 dell’anima, forse pure Giada l’avrebbe rifiutato.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"