Giada e il “18 dell'anima” che avrebbe rifiutato
La studentessa di Scienze naturali che l’altro giorno è salita sul tetto è si è buttata giù e la lettera “struggente” di un prof. “molto popolare sui social network”
Jean-Claude Romand sterminò la famiglia per nascondere una laurea mai presa, e si meritò un gran romanzo di Emmanuel Carrère, L’avversario. Giada è la studentessa di Scienze naturali a Napoli che l’altro giorno è salita sul tetto è si è buttata giù. Quel giorno doveva laurearsi, ma non era vero, gli esami non li aveva terminati. Però Giada, invece che un romanzo di Carrère, si è meritata (no, non se l’è meritata) una lettera del prof. Guido Saraceni, docente di Filosofia del diritto e Informatica giuridica a Teramo e “molto popolare sui social network”, qualsiasi cosa significhi. Secondo il Corriere è una lettera “struggente”, ma non lo è. E’ una solenne baggianata. Il professore molto popolare sui social media, invece di interrogarsi su cosa può essere passato in testa a Giada, o a Jean-Claude (ma lui non è Carrère), se la cava con una moralicchia da 18 politico dell’anima: “L’Università non è una gara, non serve per dare soddisfazione alle persone che ci circondano, non è una affannosa corsa ad ostacoli verso il lavoro”. (Verso la laurea magari sì). “Cerchiamo di spiegarlo bene ai nostri ragazzi. Liberiamoli una volta per tutte dall’ossessione della prestazione perfetta, della competizione infinita”. E nessuno la vorrebbe una laurea al costo di una tragedia. Ma il 18 dell’anima, forse pure Giada l’avrebbe rifiutato.
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