Il contratto dei rider e il vaffa-ministro contaballe
Di Maio incontra i i lavoratori delle consegne e promette "assicurazione e paga minima". Tutte cose già inserite nel nuovo accordo in vigore da marzo, con il governo Gentiloni. Facile fare le riforme quando gli altri hanno già pedalato
Se ci fosse ancora un residuo di euforia e di voglia di riderci su, dopo il debutto del Vaffa-governo e nel giorno di Soumayla Sacko, si potrebbe cavarsela e dire che il vaffa-ministro del Lavoro Giggino di Maio è un contaballe tale e quale il portiere della Tunisia (non ditelo a Salvini) Mouez Hassen, che ha fatto finta di essere quasi morto in uno scontro di gioco per aspettare steso sul prato il calar del sole e permettere ai compagni di scavallare il Ramadan per rifocillarsi. Vaffa Di Maio invece ha utilizzato il suo primo giorno di lavoro (dai, non ridete) da ministro per incontrare i rider, i lavoratori sottopagati che consegnano le pizze in bicicletta – loro sono il “simbolo di una generazione abbandonata senza tutele e contratto”, ha concionato – e assicurare loro che d’ora in poi il sistema cambierà.
Ora, io non ho mai ordinato una pizza con Foodora in vita mia, ma i ciclisti della consegna rapida mi sono molto simpatici e sono d’accordo che dovrebbero essere pagati il giusto. Però, per tornare al ministro contaballista, c’è da notare che il nuovo Contratto nazionale del settore Logistica Trasporto Merci e Spedizione è entrato in vigore nel marzo scorso, Gentiloni regnante e senza aspettare il debutto della Terza Repubblica, e i rider sono già inseriti nel contratto che riconosce il loro lavoro come “dipendente da svolgere in piena sicurezza”. Molto facile fare le riforme quando gli altri hanno già pedalato, eh?
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