Miracolo a Maran
A Milano la Fontana di Trevi da vendere non ce l’abbiamo, ma ci teniamo San Siro
Noi qui a Milano abbiamo lo stadio di San Siro, che è bello ma vecchiotto, non ci batte il sole sul prato dai Mondiali del 1990. E’ proprietà del Comune e paga Pantalone, dacché i rispettivi cinesi, quelli dell’Inter e quelli del Milan, ancora non si mettono d’accordo su che farne, e nessuno che abbia voglia di farne uno nuovo, di stadio, tutto suo. Dunque niente, ci teniamo la vecchia Scala del calcio, e non è motivo di campanilismo ricordarlo ora, intanto che giù nella Capitale sta succedendo tutto quel trambusto, attorno a uno stadio che non c’è. E non è nemmeno, il punto, di eleggere un nuovo santo subito o di rivendicare differenti antropologie, come dei Berlinguer qualsiasi, non è lo stile della ditta. Però è con orgoglio milanese e divertito, e anche con un sospiro per la bella politica, che al foglio 38 e 39 dell’ordinanza della dott. Tomaselli leggiamo: “Siamo andati a parlare con l’assessore Maran, quello di Milano, no?”. “Sì”. “E Simone che gli prova a vendere alla Tecnocasa un appartamento… e quello dice amico mio no! Cioè qua funziona così… qua se tu mi dici che la cosa la riesci a fare è perché la puoi fare, a me non mi prendi per il culo… perché io non mi faccio prendere per il culo… io non voglio essere, non voglio prendere per il culo chi mi ha votato… Siamo andati dall’assessore a fare una figura, cioè proprio sembravamo i romani quelli… sai… dei centomila film che hai visto. I romani a Milano”. La Fontana di Trevi da vendere noi non ce l’abbiamo, ma ci teniamo San Siro. Miracolo a Maran.