Mezz'ora sola ti vorrei
Quanto costa, all inclusive, il "sogno" di Di Maio di donare 30 minuti di internet a chi non può permettersi un abbonamento
Ho letto un commento, da qualche parte, a proposito dei commenti che i soliti commentanti social facevano sul tema, più o meno: ma perché dovrei pagare i contenuti giornalistici che fino ad ora leggevo gratis? Il commento che ho letto (gratis, era su Twitter) spiegava: ma questi davvero si lamentano per un abbonamento che costerebbe 6 euro al mese? Un caffè e un quarto alla settimana? Non è per farne, qui, una questione di quanto valga il lavoro altrui, compreso quello di chi produce informazione e persino i fantomatici “contenuti”. Il tema è la sorpresa di fronte alla nozione, alquanto adulterata, che certa gente ha del valore dei soldi, e anche del tempo. Insomma il tema è come sempre il vaffa vicepremier Di Maio, che ieri ha lanciato il nuovo slogan “mezz’ora sola ti vorrei”. Ha detto, testuale: “La connessione a internet diventi un diritto primario di ogni cittadino. Siamo al lavoro per tutelare questo diritto”, e fin qui tutto bene, ci mancherebbe. Ma poi: “Immagino uno stato che interviene e fornisce gratuitamente una connessione a internet di almeno mezz’ora al giorno a chi non può ancora permettersela”. E ora, va bene che a non aver mai lavorato, quanto valga “mezz’ora al giorno” – giusto il tempo di scaricare le mail in ufficio e connettersi al server della ditta – forse è difficile da capire. Ma soprattutto: gratis a chi non può ancora permettersela? Un contrattino all inclusive da dieci euri al mese? Che ormai i giga te li tirano dietro? Dai Gigi, riprovaci domani, ti diamo un’altra mezz’ora per connetterti. Con la zucca.
contro mastro ciliegia
La maestra con la porta aperta. Note sull'assurdo caso di Torino
Contro Mastro ciliegia