Il pianto di una madre dei bambini dispersi in Thailandia (foto LaPresse)

Una fiaba in Thailandia

Maurizio Crippa

Il ritrovamento dei dodici ragazzini e del loro allenatore dispersi in una grotta, come il racconto del Pifferaio di Hamelin

Nove giorni fa dodici ragazzini thailandesi di una squadra di calcio, tra gli undici e i sedici anni, e il loro allenatore erano entrati in una grotta, chissà a far cosa, una gita o un’avventura. Un labirinto di chilometri di grotte, anzi, nella regione di Chiang Rai, al confine con il Myanmar e il Laos. Ma era venuta la pioggia, tutte le uscite allagate, ed erano rimasti sepolti là dentro, inutili ricerche e soccorsi. Nove giorni e nove notti. Una storia terribile che non ha molto commosso, qui da noi, forse davvero stiamo diventando cattivi.

 

Ma la notizia che luendì li abbiano ritrovati tutti vivi, e stanno bene, è di quelle che allargano il cuore, fanno pensare ai miracoli, o alla grandezza delle fiabe paurose, quando finiscono bene. E chissà come hanno passato quei giorni e quelle notti. O come quel giovane uomo si è preso cura di loro, per tenerli vivi, per tenerli calmi. Forse gli avrà detto è solo un gioco, un’avventura, una di quelle prove di coraggio che servono a diventare adulti. O forse gli ha raccontato una favola. E’ un peccato non conoscere le favole che si raccontano ai bambini thailandesi. Da noi ce n’è una, è una versione meno nota e a lieto fine del Pifferaio di Hamelin. Racconta che i bambini della città, che furono intrappolati nella grotta da quel mago malvagio, alla fine riuscirono magicamente a liberarsi e a uscire. Come è accaduto a loro. E chi vuole ringrazi il suo Dio, chi vuole dica che ogni tanto la vita è bella, chi vuole dica che sono belle le fiabe come I bambini di Hamelin. O come si intitolerà, nella versione thailandese. Che esiste senz’altro, è troppo bella per non esistere.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"