CR7 dribbla Camusso
Il buon Ronaldo ora ripristinerà anche la scala mobile
Non è ancora arrivato a Torino – pare stia cercando una casetta, qualcosa di appena un poco più pretenzioso del Castello del Valentino – ma già Cristiano Ronaldo ha profondamente inciso sui parametri dell’economia nazionale, dal ribaltamento del dibattito sulla flat tax all’incidenza dello sport sul gioco d’azzardo. Ha fatto volare la Borsa e sbancato i rivenditori di magliette e gli stampigliatori di lettere “CR7”. Ma siccome è il fuoriclasse che è, ha già messo mano anche alla rivoluzione delle relazioni sindacali.
Succede, come da copione, che prima scoppia la protesta a Pomigliano d’Arco, con i manifesti in cui gli operai della Fiat hanno contestato il suo acquisto da parte della Juve (ah, i bei tempi che per far digerire Platini l’Avvocato elargiva un po’ di cassa integrazione). Poi ieri cinque ex operai della fabbrica – licenziati nel 2014 con provvedimento reso definitivo dalla Cassazione – hanno chiesto di incontrare il Dio del pallone. Ma non ce l’hanno con lui, eh, è solo un po’ come rivolgersi a Papa Francesco, se sei il disoccupato Gianni Vattimo, per chiedergli la pace del mondo.
“Sappiamo che il tuo lavoro è fare il calciatore”, gli hanno scritto, “ma prima del lavoro e dei doveri che questo impone, in ogni uomo c’è prima di tutto la sua dignità. Tieni presente che i soldi che la Juve ti vuole dare, come tutto quello che posseggono i padroni, hanno un’unica fonte: il lavoro di noi operai”. E lui, il buon CR7, ora gli ripristinerà anche la scala mobile, ne siamo certi. Dirà: Camusso spostati, che tanto ti dribblo come un difensore del Camerun. Che bello, quando i giocatori milionari si occupavano di auto solo per schiantarsi con la Ferrari.