Pensioni e Popolo
“Questi autentici e irrimediabili analfabeti hanno in mente qualcosa di ben preciso che è la cancellazione di tutta la storia italiana precedente”. Alberto Asor Rosa, pensionato contro il populismo
“Ho trascorso studiando e lavorando, lavorando e studiando, cinquantadue anni nella scuola e nell’Università italiana”. Qualche volta da queste parti l’abbiamo sfotticchiato e pure attaccato, Alberto Asor Rosa, per i cultori del calembour accademico semplicemente “Il Noto Palindromo”. Ma oggi non si può non fargli tanto di cappello, e considerarlo dei nostri (o saremo diventati noi dei suoi? Ohibò!). Perché ieri Asor Rosa ha preso penna e calamaio e ha scritto al direttore di Repubblica. Per difendere la sua meritata pensione e soprattutto il suo onore di intellettuale, docente universitario, influente membro dell’élite culturale e in quanto tale – e giustamente – pagato dallo stato. Con puntiglio, con tutto il curriculum. Ora lo accusano di avere una pensione d’oro: 4.240,03 euro. Ma non sono i soldini, ovvio “(importante lo 0,3”, ironizza). E’ il principio. A “questa classificazione governativa, che corrisponde ormai a una vera e propria cultura di regime” si ribella. “Quello che trovo intollerabile è essere incasellato nella categoria dei ‘pensionati d’oro’ chiaramente dispregiativa e offensiva”. Lui che ha contribuito a formare “intere generazioni di studenti, insegnanti, giornalisti, politici” non ci sta: “Questi autentici e irrimediabili analfabeti hanno in mente qualcosa di ben preciso che è la cancellazione di tutta la storia italiana precedente”. “Offendere e umiliare fino in fondo chi è stato, bene o male, protagonista, significa favorire l’avvento di una nuova stagione, in cui tutte le élite, di ogni natura, verranno fatte fuori una dietro l’altra”. Una vita tra scrittori e popolo. E adesso da pensionato contro il populismo.