L'allenatore del Manchester United Jose Mourinho (Foto LaPresse)

Sbroccare per la malasorte ed essere felici. Metodo Mou

Maurizio Crippa

Lo Special One se la passa peggio di Trump e Papa Francesco. Però continua a non ammettere le proprie colpe

Giudicate voi, ha detto Francesco sull’aereo, con una faccia che non si capiva se sputava fuoco o compassione, e a molti è sembrata una risposta timida ed evasiva. Del resto, quando ti piovono sulla zucca mazzate come grandine sui papaveri, lo stile mediatico che va per la maggiore è sbroccare forte e alzare la caciara. Prendete Trump. I giornali lo fucilano ogni giorno, lui ogni giorno imbraccia Twitter: stavolta ha detto che Google è “TRUCCATO”, cerchi “Trump News” ed escono solo notizie dei “Media Fake News”.

 

O, cambiando settore, prendete Di Francesco. La sua Roma incassa la terza pappina, lui si gira come se fosse Hulk e dà un cazzotto alla panchina. Solo che non è Hulk, e si è rotto una mano. Poi è andato in conferenza stampa: “Faccio fatica a spiegarmi”. Hanno fatto fatica pure a bendarlo, se è per questo. Prendesse esempio da Mourinho (ah, i vecchi amori). Se la passa male male, quasi peggio di Bergoglio e Trump messi assieme. Ne ha prese ancora tre, è sull’orlo di venir cacciato, ma è andato in conferenza stampa: “Non abbiamo perso dal punto di vista tattico, ma dal punto di vista del risultato”.

  

Un ossimoro che manco Di Maio. E ha sbroccato con i giornalisti, meglio di Elon Musk: “Sì, conosco il risultato e so che abbiamo perso 3-0. Tre, che per me è anche il numero di Premier League che ho vinto. Tre, più di quanto gli altri 19 allenatori mettano insieme. Rispetto, ci vuole rispetto”. E insomma, visto che pure McCain è morto, e di leader cui aggrapparci non ne abbiamo, se ti cacciano da Manchester non è che verresti da noi, grande Mou, ad allenare l’opposizione?

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"