Matteo Salvini (foto LaPresse)

Perché la Lega non è il Psi

Maurizio Crippa

La Lega è processata per un uso illegale, o privato, di fondi. Un reato suo, non “di sistema” (fosse mai esistito un sistema)

La Lega (di Bossi e ora di Salvini) non è il Psi di Craxi. Può apparire sgradevole ricordarlo, anche a ottimi garantisti (garantisti che se lo possono permettere: non pelosi, intendiamo) che in questi giorni hanno evocato il paragone. Si può concordare sul fatto che un sequestro/sbanco da 49 milioni che può far chiudere un partito (ma vale anche per le aziende) effettuato in base a processi fermi al primo grado sia di incerta legittimità. Ma quando Matteo Salvini dice: “Quello che sta subendo la Lega è un processo politico senza precedenti”, ha torto. Nel 1993 un partito (due, c’era anche la Dc) fu sfondato da inchieste e processi di dubbia legittimità condotti da una magistratura ampiamente politicizzata e che agiva su un lasciapassare politico (non diremo mandato) che colpì solo parti del sistema, salvandone altre altrettanto responsabili di identici comportamenti. La Lega è processata per un uso illegale, o privato, di fondi. Un reato suo, non “di sistema” (fosse mai esistito un sistema). Si può obiettare che fosse una Lega diversa, come fa Salvini. Non è sbagliato. Tolto che Salvini in ogni caso allora c’era (ma poteva non sapere, noi siamo garantisti).

          

Altre differenze. I pm di ieri sono responsabili dei loro comportamenti di ieri. Ma quando oggi Magistratura democratica accusa le parole di Salvini di avere “una portata eversiva”, è difficile darle torto. Esponenti del Pd hanno tuittato #legaladrona. Il segretario Martina ha detto: “La Lega restituisca i 49 milioni. Salvini non è diverso da un comune cittadino” (invece no: è parlamentare e ministro). Renzi ha detto: “Abbiamo un governo di ladri”. Bene, anzi male. Il Pci di allora fu un partito forcaiolo, e ne approfittò. Il Pd di oggi è un partito disperato, e anche un po’ di idioti, e difficilmente guadagnerà qualcosa dalla bancarotta politico giudiziaria della Lega. Ciò detto, no: Salvini non è Craxi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"