Viva Maria Elena
Il sessismo (politico) per le foto su Maxim e la masturbazione come sublimazione del populismo. Go girls!
Gli articoli con le premesse sono da cestinare. Ma a me i prolegomeni piacciono, e ve li beccate. Prolegomeno 1. Quando in redazione arrivano notizie particolarmente cretine, da ora dello Spritz, tipo “ma la Boschi fotografata su Maxim?”, si scatenano dibattiti inenarrabili, lo spread dell’attenzione ha un picco, in altalena tra Wittgenstein e Alvaro Vitali (più Vitali). Se poi la notizia è particolarmente destituita d’importanza, tipo “ma la Boschi su Maxim?”, finisce che la passano a me, che solitamente me ne intendo meno che di botanica. Prolegomeno 2. Maria Elena Boschi, giovane donna del Terzo millennio, credo abbia l’inalienabile diritto a fare ciò che vuole, alternando alto e basso, come Dante nella Commedia della vita. Go girls! Quel che le contesto, ma io, è che avrebbe dovuto smettere con la politica da quel fatal 4 dicembre. Punto.
Ma il caso Boschi-Maxim, a ben guardare, così banale non è. Contro di lei si sono alzati commenti (e insulti) indegni. Vanno da “imita Belén” a “è la nuova strategia comunicativa del Pd”. Non so dove stia la maggior scemenza. Maria Elena Boschi ha ricevuto nella sua carriera battute e allusioni per il fatto di essere una giovane donna bella (go girls!) in misura superiore alla media. C’è qualcosa che non quadra, in questo. E’ capitato anche ad altre, ma con Boschi c’è un di più becero di pruderie. Scatta con lei il pregiudizio sessista per cui la bellezza di una donna che fa politica, rileva. E toglie valore al resto. Cosa che non vale per gli uomini: qualcuno ha mai rinfacciato a Obama di essere (anche) un bel manzo? Di Merkel (tolto un famoso battutista della Seconda Repubblica) al massimo si irridono i tailleur. Conta quel che fa, non altro. E’ un cattivo pensiero che accomuna tanti, anche tra chi tenta commenti seri, “devi decidere se fai politica oppure…”. Si è mai sentito dirlo a Salvini, a Dibba coi pannolini? No. E poi, una donna può essere persino partita dalle copertine e dimostrare di essere diventata una brava politica, come Mara Carfagna (reginetta di insulti sessisti anche lei, e pure da parte di donne, vero Sabina Guzzanti?) che in Parlamento ha preso a randellate istituzionali Salvini. E qui, il Cadetto di Guascogna che è in me fa un inchino, e passa ad altro.
Si passa a una parte più appiccicosa. L’aggettivo è brutto, ma pertinente. Sui famosi social, il popolastro s’è esibito indecorosamente. Il più decente, preso a caso: “Con quella faccina così sensuale, il prossimo appuntamento è su INTIMISSIMI”. Insomma vi devo spiegare? Le hanno augurato calendari per camionisti. Infine è arrivata la sessuologa Rosamaria Spina che ha, per così dire, tolto i freni inibitori al dibattito: “Molti uomini si masturberanno con quelle foto”. Probabilmente intendeva farle un complimento, ma la sessuologa s’è dimostrata più che altro una brava politologa, e ha centrato il punto: la masturbazione come sublimazione del populismo. Il sessismo selvaggio è un aspetto verace dell’andazzo politico. Mi spiace che sia così, per le Boschi e le Carfagna, ma altro non saprei dire. E come Cyrano al fin della licenza, m’inchino a madamigella Maria Elena e a madamigella Mara. Go girls!
contro mastro ciliegia