Il comico Flavio Bucci e compagna (Foto LaPresse)

Vite di uomini non illustri (e di altri comici minori)

Maurizio Crippa

Flavio Bucci e Marco Della Noce sono finiti in disgrazia e ci hanno fatto pagare il rimorso di vecchie risate. E poi pensi a quei tre scappati di casa che fanno confusione col Def

Ho speso un sacco di soldi in alcol, donne e macchine veloci. Il resto l’ho sperperato”, disse una volta George Best, il quinto Beatles, prima di finire su una panchina. L’altro giorno è toccato a Flavio Bucci, magnifico attore con due strati di follia (quando lo presentarono a John Travolta come “la sua voce italiana”, gli rispose che Travolta “poteva considerarsi la mia faccia americana”) a raccontare di aver speso tutto in vodka e cocaina, e ora sta sul lastrico. Ieri è rispuntato da un tubo catodico spento Marco Milano, famoso un tempo per aver trasformato un saluto friulano in un tormentone di cabaret. L’Agenzia delle entrare l’ha rovinato, ha rischiato di morire di fame, ora è senza fissa dimora.

 

Marco Della Noce lo ringrazieremo in eterno per come perculava Lucacorderodimontezemolo, ma era diventato “il comico di Zelig che dorme in macchina”. L’ha ripescato Maurizio Caverzan con i suoi splendidi “Persi di vista”: ora sta meglio, e bene così. Non passa quasi settimana che non salti fuori una storia triste, a farci pagare il rimorso di vecchie risate. Ma le persone che ci hanno fatto divertire avranno un giorno il meritato premio (ma magari più in là, eh). Poi pensi a quei tre scappati di casa (uno leggeva il Def, l’altro lo scriveva e il terzo fregava i due pericolosi intellettuali) che prendono lo stipendio dal governo degli italiani e andranno pure in pensione a quota 100, e ti viene da cantare come Jannacci: “Brutta puttana che è sta vita”.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"