Il segretario nazionale di CasaPound Italia, Simone Di Stefano (Foto Imagoeconomica)

Da Lodi a CasaPound

Maurizio Crippa

Dovete spiegarmi perché, in un paese in cui si chiudono i porti con tutte le navi dentro, non si riesca a sgomberare una casa occupata da un gruppo di estrema destra

L’ordine pubblico, signora mia. L’ordine pubblico è quello che i cittadini vogliono, che sposta la percezione della sicurezza del paese e persino i risultati elettorali, anche in Trentino, che è più tranquillo delle valli di Heidi. Del resto c’è in giro tanti di quei facinorosi, ad esempio quelli che si nascondono nelle tifoserie dello sport. Ma non i bagarini della ’ndrangheta, non i tifosi russi che tocca mettere le transenne alla fontana della Barcaccia, che non si sa mai, signora mia. No. Sono i tifosi di Lodi che non potranno recarsi in trasferta a Valdagno, quella è terra off limits. Perché lì ci sono prefetti di ferro che manco al tempo del Duce: “Si segnala che con decreto notificato in data odierna, la prefettura di Vicenza ha disposto il divieto di vendita di biglietti ai residenti nella provincia di Lodi”, in ragione di una “acerrima rivalità tra le tifoserie che, come in passate occasioni, può comportare gravi turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

 

Ma non sono migliaia di hooligan del calcio: è la partita Admiral Valdagno-Amatori Wasken del campionato di hockey a rotelle. Questo sì che è avere a cuore la sicurezza, signora mia. Però adesso dovete spiegarmi perché, in un paese in cui si chiudono i porti con tutte le navi dentro, in cui si sbaracca un popoloso comune come Riace in un battibaleno, e in cui persino il pericoloso hockey è stato messo in condizioni di non nuocere, manco i lodigiani volessero invadere Valdagno per imporre delle mense separate, non si riesca a sgomberare una casa occupata da quattro facinorosi di CasaPound perché le forze dell’ordine hanno paura di “un bagno di sangue”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"