Il verde, i negri e la kapò
“Non utilizzare la manodopera temporanea dei presunti profughi” per i lavori di mantenimento dei giardinetti, propone una mozione della Lega approvata al Consiglio regionale della Lombardia
"Dare la precedenza alle imprese e ai disoccupati lombardi per la cura del verde pubblico", di questi tempi, è una frase che ci siamo anche abituati. Se però la frase si conclude così: “Non utilizzare la manodopera temporanea dei presunti profughi”, fa più impressione, a parte il “presunti”. E’ il contenuto di una mozione della Lega approvata in Consiglio regionale della Lombardia, almeno come la presenta Federica Epis, firmataria del provvedimento e non proprio ferratissima nell’esposizione, direbbero a scuola. Dichiara la Epis che bisogna investire sulle professionalità locali e “non su persone che sono arrivate qui illegalmente”. Ma c’è soprattutto questo a inquietare un po’, in uno stato non ancora razziale: “Inutile cercare di integrare con dei lavori, anche pericolosi (annaffiare i prati, per loro, è evidentemente pericoloso, ndr) coloro che al contrario dovrebbero usare le proprie energie per collaborare con le istituzioni e dire la verità sulla propria condizione facilitando così le operazioni di ripristino della legalità e quindi di rimpatrio”. La kapò dei giardinetti tuona: “Respingo fermamente le inutili polemiche di chi sostiene che ‘altrimenti presunti profughi starebbero tutto il giorno a bighellonare’ semplicemente perché queste persone torneranno presto nei loro luoghi di origine”. Resta da dire che questa Epis, ora ben retribuita consigliere regionale, lo scorso anno, segretario della Lega a Orzinuovi, aveva scritto che le associazioni che si occupano di migranti “lucrano sul traffico di clandestini con la faccetta misericordiosa”. Fu condannata a risarcirle, e le pignorarono lo stipendio. Ma adesso ha fatto l’upgrade: ha scavalcato i negri sul verde.
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