(Foto Pixabay)

Giovani e prescritti

Maurizio Crippa

Un signore olandese ha chiesto di cambiare data di nascita all’anagrafe. Con i nuovi tempi della prescrizione almeno quando ti assolvono in terzo grado puoi goderti un po' di giovinezza 

La storia è simpatica e merita una pausa di divertimento, di quelle da dedicare all’ora dello spritz alle riflessioni sullo Zeitgeist. La riprendo dal Fatto Quotidiano, che ogni tanto sa deliziarci con la cronaca (l’unico appunto, questa volta, è che ai tempi belli un paio di battutacce e di ammiccamenti sul Cavaliere Azzurro non sarebbero mancati. Ma ora niente, il mondo è proprio cambiato). C’è questo pensionato olandese che si chiama Emile Ratelband, ha sessantanove anni già festeggiati, che però sostiene, e pare che i medici siano d’accordo, di avere un’età biologia di quarantacinque anni: insomma tipo Cristiano Ronaldo che ne ha ventiquattro, solo che il signor Ratelband non gioca a pallone.

 

Ha fatto domanda per avere diritto di cambiare data di nascita all’anagrafe, tornare ai quarantacinque che gli spettano, perché, dice, sessantanove gli riduce la possibilità di rimorchiare su Tinder. “Quando apro Tinder, se scrivo che ho sessantanove anni, nessuna donna mi risponde. Se invece scrivo quarantanove, sono in tutt’altra posizione”.  Non gli danno retta, in Olanda: un conto è chiedere l’eutanasia, ma per il ringiovanimento non siamo ancora attrezzati. Così ha deciso che vuole fare causa al governo. E tutto bene, siamo nell’età dei desideri. Però anche in Italia bisognerebbe pensarci, a una tale fantastica possibilità. Metti che allungano i tempi di prescrizione: magari quando ti assolvono in terzo grado, e hai novant’anni, per una multa presa quando ne avevi ventidue, puoi sempre goderti uno scampolo di giovinezza.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"