Il magistrato Piercamillo Davigo (Foto LaPresse)

Brunaio, il mese in cui Vespa pigia nel tino Davigo

Maurizio Crippa

Il conduttore di "Porta a Porta" dà fiato al paese che non ne può più dei forcaioli

Il sapido Aldo Grasso ha proposto di chiamare “Brunaio”, riformando il calendario giacobino, il mese in cui piovono le anticipazioni di Bruno Vespa. È stato buon profeta. Uscito dal suo salotto di poltrone imbiancate e assiso sulle cadreghe di Floris, l’epoca dei giacobini ha finalmente fatto a pezzi. Manco pigiasse coi piedoni nei tini l’uva del suo vino. C’era, sull’orlo di una crisi di nervi, Davigo: “Il problema è che, mentre mia nonna aveva la foto di Giovanni XXIII sul comodino, il dottor Davigo sul comodino ha le manette. Lui si sveglia dicendo: ‘Oggi a chi tocca?’”. Applausi.

 

Si difende, l’ayatollah: “I due problemi nel nostro paese sono il crimine organizzato e la devianza delle classi dirigenti”. (Urca). Ma Vespa, garantista a muso duro: “Alcuni esponenti della classe dirigente, non tutti. Si tratta di una parte minoritaria di essa. Ed è già troppo”. Il Dottor Sottile sposta la palla, è colpa dei giornali: “Di solito quello che viene scritto sui giornali è il riassunto di quello che avviene nelle aule processuali. E questa è un’anomalia, perché altrove, invece, il circuito è rovesciato”.

 

Ma Bruno è spietato, forse sono trent’anni che ce l’ha sul gozzo: “Veramente voi di Mani Pulite siete stati dei maestri a riguardo”. La prescrizione, ultima mazzolata: “E’ aberrante”, se non riformi il processo penale i giudici possono andare avanti all’infinito. Il vento di Brunaio dà fiato al paese che ne ha le palle piene, dei forcaioli. È così chiara, l’aria, che spunta persino (persino!), il tenero Floris: “Dottor Davigo, i magistrati fanno quello che vogliono”. C’è nell’aria un profumo nuovo, o forse d’antico: è Brunaio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"