La veloce Saladino
Benvenute le donne alla segreteria del Pd. Ma più del genere, ci vorrebbe l'idea
Avevo visto un tuìt di uno che democraticamente lamentava, nel giorno contro la violenza sulle donne, che su sette candidati alla segreteria del Pd non ci fosse manco una donna. Ero tentato di commentare: beh, non è che sia vietato dai regolamenti. Ma ho evitato, ché un bel tacer non fu mai scritto (al netto che candidarsi alla tonnara delle primarie forse configura un reato di violenza in sé, uomini o donne che siano). Poi prontamente è venuta a riempire il vuoto Maria Saladino da Castrovillari, promotrice della Associazione politico culturale Piazza Dem. La prima candidata donna alla segreteria. Felicitazioni. Non ne faccio una questione di genere, ma di parole. “Ho deciso di rivolgermi ai Circoli e alle Piazze, perché riconosco il difficile ruolo di trincea che si vive sui territori e come la gente, che vive bisogni e disagi, sia sfiancata socialmente”. E va bene. Quando lanciò Piazza Dem, al suo fianco sul palco c’era Michele Emiliano. E questo va già meno bene. Lei disse: “Non si tratta di una alternativa al territorio e alla piazza reale, ma del megafono della stessa”. Megafono. Adesso, sfidando Minniti e Zingaretti, e pure il giovane Corallo, Saladino si candida con questa piattaforma: “Il Pd deve vivere, anzi deve tornare ai valori fondanti, a quella grande intuizione politica che ha fatto nascere la grande casa comune, il laboratorio progressista, plurale per radici e ragioni, ulivista, progressista e a matrice socialista ed europea”. Però senza tradire “la grande eredità di Moro e di Pertini”. E insomma, benvenute le donne alla segreteria. Ma più del genere, ci vorrebbe l’idea.