Il fucile di Cechov e l'opzione spray alla panna montata
Nessuno mette in libera vendita le bombolette al peperoncino senza sapere che prima o poi qualcuno sparerà
In base alla nota regola drammaturgica di Cechov, se nella prima scena di un dramma compare un fucile appeso al muro, prima dell’ultima scena quel fucile sparerà. Non ce l’aveva con le armi, il vecchio Anton, ne faceva soltanto una questione di logica. E’ improbabile che l’adolescente (se poi è lui, se è andata davvero così) di Corinaldo fosse un frequentatore di letteratura russa, e in ogni caso non è colpa di Sfera Ebbasta. Probabilmente non leggevano Cechov nemmeno alla scuola di Pavia, né il pensionato che ha interrotto una festa rumorosa dei vicini di casa con una pistola spara-peperoncino, né la ragazza che l’ha usata all’Ikea, o quelli che l’hanno spruzzato in una scuola di Bussolengo (sono cronache recenti). Togliete dal muro il fucile e metteteci lo spray al peperoncino. È legale possederlo, facile acquistarlo, basta avere compiuto 16 anni.
Il ministero dell’Interno lo ha liberalizzato dal 2011, e dunque non c’entra Salvini. Anche se mesi fa un quotidiano nazionale a diffusione salviniana ha fatto una campagna libertaria per le pistole al peperoncino. La domanda è a cosa serva, davvero. L’uso dello spray è per autodifesa contro le aggressioni, e dunque ha forse a che fare soprattutto con la paura. Il punto è che nessuno, anche senza essere Cechov, mette in libera vendita lo spray al peperoncino senza sapere che prima o poi qualcuno sparerà. Si potrebbe provare a sostituirlo con le bombolette di panna montata? La possibilità che producano panico in un luogo chiuso è uguale. Ma è più facile che finisca a torte in faccia, come nelle comiche, invece che in tragedia.