Gli ultimi deliri di Di Maio e Salvini sulla Sea Watch
Le parole dei vicepremier sulla nave umanitaria dimostrano che serve subito un crowdfunding per lo psichiatra del governo
Un crowdfunding per sostenere le spese legali dell’Orlando furioso nel ricorso alla Consulta contro il decreto insicurezza, come va chiedendo il mio amico Giuliano, è un’idea così pannellian-donchisciottesca (penso che l’accostamento gli garbi) che l’appoggio in pieno. Adesso vedo se trovo i piccioli. Però, però: l’idea è così giusta, che varrebbe la pena estenderla. Ad esempio è ormai evidente, vedendo questo governo, che servirebbe un crowdfunding anche per sostenere un referendum per abolire la legge che abolì i manicomi, e tanti saluti al buon Franco Basaglia: capirà da sé come siamo ridotti, noi matti, se tocca stare dalla parte dell’Orlando furioso. Ma se il referendum costa troppo, basta un crowdfunding per pagare le cure psichiatriche a quei due.
Perché ad esempio, caso Sea Watch. Nel tentativo di salvare le sue capre, ma anche i cavoli sovranisti di Salvini, Giggino Di Maio se n’è uscito con questa idea da ricovero coatto: “Malta faccia sbarcare donne e bambini dalla Sea Watch, noi li accoglieremo”. Avete capito bene? Per lui il problema non è se i profughi arrivano o no: è una questione puramente nominale. Siamo dalle parti del pensiero magico, o della follia. Il suo compare Matteo, forse per invidia, ha pensato di dirne una ancora più folle: “Chi scappa dalla guerra arriva in Italia in aereo, come già fanno in tanti, non con i barconi”. E probabilmente in business. Crowdfunding.
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