Il casino di non lavorare
Il reddito di cittadinanza è pronto, anche se nessuno sa ancora bene come si controllerà
Alla Stampa, una donna lavoratrice dichiara: “Lavoro nei Centri per l’impiego da vent’anni e di semplice non vedo niente. Implementare una misura di politica attiva così complessa come il reddito di cittadinanza è complicato, forse sarebbe stato più semplice potenziare il reddito di inclusione (Rei), che si sta già sperimentando”. Spiega anche che è precaria, lei e i colleghi vorrebbero essere “stabilizzati”, ma invece adesso rischiano di essere scavalcati nella classifica dei contratti migliori dai navigator, cui però dovrebbero pure insegnare il mestiere. Geniale. A Vita.it, un responsabile Caf ha raccontato che loro non sono mai stati interpellati dal governo: “Ci siamo organizzati in autonomia. Non ci è mai stato comunicato nulla di ufficiale. E nessuno ha risposto alle nostre richieste. Con le risorse di oggi arriveremo solo fino a giugno”. Apperò.
Sul Fatto, l’ad di Poste Italiane, Matteo del Fante, spiega che il bancomat della fortuna, insomma la tessera del reddito di nullafacenza, ce l’hanno loro. Una tesserina bella giallina: così “non saranno riconoscibili” dalle altre tessere Bancoposta e “chi la usa non si sente imbarazzato”. Insomma sono pronti, anche se nessuno sa ancora bene come si controllerà. Ad esempio, spiega Del Fante, “presumo ci chiederanno una reportistica per settore merceologico e tipologia di esercenti”. Ma se poi i fortunelli prelevano (fino a 100 euri) in contante, e se li bevono alla slot machine, chi se ne accorge? Morale: il non lavoro pagato della felicità ancora non l’hanno inventato, è un gran casino. Invece, un posto fisso e al calduccio all’Unesco, ve lo tirano dietro senza problemi. Anche analfabeti come siete.