L'ex direttore dell'Unità, Concita de Gregorio (Foto Imagoeconomica)

Concita, la democrazia

Maurizio Crippa

De Gregorio, l'ex direttore dell'Unità, ha chiesto all'editore (il Pd) di assumersi le sue responsabilità per il fallimento del giornale. Ma è stata ignorata

Concita De Gregorio ha rotto un argine di dignitosa discrezione (dal suo punto di vista, ma dal punto di vista generale era omertà) e ha raccontato la sua situazione non solo personalmente difficile, ma soprattutto incivile politicamente e indice di una democrazia (di cui i giornali fanno parte) a rischio di default. La vicenda dell’ex direttore dell’Unità, riassunta, è questa. L’editore è fallito e da anni è costretta a rispondere in solido per cause civili (non condanne per diffamazione, o altro) intentate contro il giornale. Non aveva sottoscritto il “patto di manleva” che avrebbe spostato le responsabilità in solido sull’editore. Oltre un milione di euro tra pignoramenti, prelievi diretti, conti e carte di credito prosciugati.

 

Per azioni civili mosse contro l’Unità quantomeno intimidatorie, diciamo. E l’editore? De Gregorio ha ottenuto per vie legali il riconoscimento che, manleva o non manleva, a mettere mano al portafoglio debba essere l’editore. Ma l’editore è fallito, e l’editore elettivo, diciamo, del giornale fondato da Antonio Gramsci, insomma il Pd, ha scaricato il barile, attraverso il diniego di parecchi alti papaveri chiamati in causa. Difendere la libertà di fare i giornalisti – il compito degli editori, e dei partiti nel caso dei giornali politici – è il minimo della decenza, della democrazia. Marianna Madia ieri ha twittato: “Mi prendo la mia parte di responsabilità come parte di una comunità politica, ma questa storia va affrontata e risolta come partito”. Ma è stata tra le poche. Gli altri? Forse erano a combattere contro questo governo di cattivoni che minaccia la libertà di stampa.

  

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"