Icardi senza fascia, Zaniolo a Roma: l'Inter è una casa di pazzi

L’infanticidio in culla del centrocampista ora alla Roma, Wanda Nara come Brigitte Macron, Maurito e Spalletti. C'è urgente bisogno di uno strizzacervelli ad Appiano Gentile

Maurizio Crippa

Voi non lo sapete perché vi perdete dietro a quisquilie minori, la Brexit e Orbán, ma la miglior analista di football che conosco è Paola Peduzzi (emoji: ♥️). Ieri mi dice: “Ma per forza che finiva in un disastro! Con quella moglie più vecchia di lui, e quella moglie poi, che parla sempre. E lui è soltanto un ragazzino!”. Io dico che aveva in mente Brigitte Macron, ma lei nega (lei adora i Macron). Stava parlando, ovviamente, di Wanda Nara: sempre casini d’amore, disastri da psicoanalisi, sono. Del resto, di questi tempi, l’unico posto nell’universo che abbia più urgente bisogno di uno strizzacervelli, dopo Appiano Gentile, è l’Eliseo. Succede questo. Il tuìt della Beneamata Società proprietà del Celeste impero: “Il Club comunica che il nuovo capitano della squadra è Samir #Handanovic #FCIM”.

 

 

La vicenda, dal punto delle cronache, è nota. E’ da un po’ che Maurito non segna (provate voi a segnare in una squadra terremotata negli schemi e nella psiche dal Patafisico di Certaldo). Ma non è questo. E’ che nel frattempo la moglie-manager-Grande Madre di Maurito discute via social e via tivù del contratto da rinnovare, di quelli da vendere o da comprare, di quanto fanno del male all’amor suo, e di come la società non lo tuteli. In soldoni: ha scassato i cabasisi a tutti, cinesi in primis, compagni di squadra anche, e soprattutto a Marotta. Perché adesso c’è Marotta, sapete: mica un burattino nelle mani dei suoi vice. Così hanno messo capitano Handa, che è un campione, un portierone, serio e bravo. E soprattutto uno che non parla mai, manco con sua moglie credo (per dire: è l’unico sloveno che non ha mandato a cagare Tajani). Bene, sperèm. Ma ai neuroni già scossi di noi Bauscia, son cose che fan male.

 

Perché sempre lì giriamo: mogli, figli e insana pazzia. Chiunque si occupi di calcio, sa che l’Inter è l’unica squadra dell’universo che può giocare con due moduli alternativi. No, non a uomo o a zona: ma a Freud o a Lacan. Psicoanalisi per tutti, e poi portateli via.

 

L’altra cosa, infinitamente più grave e dolorosa, riguarda infatti i figli. I figli del nostro vivaio. Sangue del nostro sangue. E ci manda ai pazzi. Insomma: Nicolò Zaniolo, 19 anni. Era la stella della Primavera dell’Inter. Un fuoriclasse, un predestinato, come si dice. Se ne era già accorto anche il Mancio, che pure sta a chilometri di distanza. Adesso sta facendo sfracelli in serie A. E martedì una doppietta in Champions che vale una laurea a Oxford. Però con la maglia della Roma: l’hanno venduto in estate, questi sciagurati. Anzi lo sciagurato in chief, Mister Spalletti, per farsi dare in cambio quel rottame del Ninja. E hanno pagato pure 24 milioni cash, e il Bambino Santon per soprammercato. Ma una roba, una roba.

 

 

La domanda seria è solo una: ma come può uno staff tecnico di serie A non accorgersi di avere un talento di cristallo, lì nelle giovanili, tanto da buttarlo via? Un’incapacità che sarebbe sotto standard anche nello staff di Toninelli. All’Inter, Spalletti è solo l’ultimo, non si accorgono mai dei talenti che hanno in casa: forse li odiano proprio. Sempre Freud e Lacan. Ma Zaniolo, Gesummaria, è un infanticidio nella culla. Un delitto che Spalletti andrebbe appeso per le orecchie in piazza a Certaldo, di fianco alla statua di Boccaccio. Perché a noi, a noi Fratelli Bauscia già psichicamente scossi, ogni volta che nei prossimi quindici anni (lunga vita!) vedremo Zaniolo fare meraviglie in mezzo al campo, ci verranno le lacrime, e il sangue dal naso. E ogni volta che farà gol penseremo anche a Roberto Carlos, a Pirlo, a Coutinho e a tutti gli altri bagaj che abbiamo buttato con l’acqua sporca. Se c’è un problema con la demografia, non chiedete ai Bauscia di risolverlo.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"