Il giornalista Luca Telese (Foto LaPresse)

Telese, la Liala a 5 stelle

Maurizio Crippa

Giulia Sarti è vittima e non carnefice, scrive il giornalista. Dovrebbe lasciar perdere i numeri e dedicarsi ai sentimenti

Con quella sua moschetta al mento, con quella sua aria di spiegare reddito di cittadinanza e quota cento che farebbe sembrare un’economista persino la Castelli, e l'altro ieri Bentivogli in tv lo picchiava come un tamburo usato, Luca Telese è un caso professionale. Dovrebbe lasciar perdere i numeri e dedicarsi ai sentimenti. Una Liala all’epoca dei Cinque stelle ancora è una casella da riempire. Scrive sulla Pravda una papiressa, che ambirebbe a essere una contro verità, per spiegare come Giulia Sarti sia vittima e non carnefice, donna di cuori e sentimenti. Ullallà.

 

“Il fidanzato-collaboratore finanziava una fidanzata con i soldi di un’altra fidanzata deputata M5s, all’insaputa di lei. Tutto chiaro?”. Incipit da rosa per cameriere. Di Giulia Sarti non ci importa un tubo, se la vedesse Casalino. Importa qui la Weltanschauung sentimentale di Telese. “La vicenda è più vicina al melodramma”, verga. Indaga, contro-intuisce: “Fa la figura di una ragazza fragile dal punto di vista sentimentale”. Per essere il capo della commissione Giustizia, un po’ somaro, direte. Ma è perché non avete sensibilità: “Certo, la vita di questi due ragazzi è un vero casino, interessante per lo spaccato antropologico che rivela. Lei conosce lui, perché lui le viene consigliato come esperto informatico abile nel far sparire dalla Rete delle foto private di autoerotismo hackerate e diffuse”. Sempre peggio direte, voi che preferite l’hard boiled. Ma lui: “La carriera di una deputata che poteva diventare ministro finisce nella polvere. Morale della favola. A un uomo puoi dare il tuo cuore, il tuo token mai”. No, la morale è questa: se la Sarti poteva fare il ministro, Telese può fare lo chaperon.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"