Deisrè Manca del M5s (Foto presa dal suo profilo Facebook)

Quasi meglio Desirè

Maurizio Crippa

La polemica sciatta sul look della consigliera sarda a cinque stelle. Per non essere populisti, oggi d’un tratto sono diventati tutti rigoristi

Visto dall’Italia, il caso di Joe Biden l’abbraccione sembra persino una cosa seria. Per quanto le ex colleghe che si turbano anni dopo, annusate le trecce morbide, senza manco l’affannoso petto, sia una faccenda risibile. Ma da noi la ridicolaggine del moralismo bon ton sta facendo passi da gigante, e sempre solo col cattivo gusto di attaccare l’avversario. Siamo reduci da giorni di disgusti, e forse persino di vittoriani svenimenti, per la vista di mezza lingua a scandaglio di Giggino Di Maio. Servirebbe criticarlo per quello che fa (vero Fazio?) e non per come slinguazza. È diventata praticamente virale una foto di Aldo Moro in spiaggia, in abito e cravatta. E non c’è aspirante Lord Brummel da tastiera che non abbia detto la sua baggianata sui politici che una volta erano seri, altro che le braghe da bagno salviniane.

 

Ma forse, sessant’anni dopo, pure Moro si sarebbe messo in costume. La più sciatta di tutte è però la polemica per la blusa ti vedo-non ti vedo della consigliera sarda a cinque stelle, Desirè Manca, che si è presentata al debutto regionale con il più improbabile dei look. Non che non si sia visto di peggio, uomini e donne, in passato, dentro e fuori le aule. Ma per non essere populisti, oggi d’un tratto sono diventati tutti rigoristi, persino quelli che fino a ieri giravano con le infradito. E nessuno che abbia provato a dire che il peggio di Desirè non erano le trasparenze, ma le parole: “Desirè è questa. E’ la donna che vedete. E non sarà certo un’aula istituzionale a cambiarne la personalità”. Ecco, il populismo è non capire il senso di un’aula istituzionale. Vestirsi, è un dettaglio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"