Certe giornate amare
Arriva Irene Pivetti ma se ne va Elisabetta Gardini. La magia del ’94 non c’è più. Basta che al Cav. non raccontino che in Forza Italia va tutto bene
Stavamo qui ancora a gioire e a cantare manco fossimo allo stadio, ma in blazer e cravatta a pallini come dei veri “novantaquattristi”, per la felice notizia del ritorno di Irene Pivetti. Sì dai, proprio lei, “la Pivetti”, la ragazza col foulard più grande di lei che arrivò allo scranno più alto della Camera, ma era il ’94, appunto. E adesso out of the blue, come un tuffo nei migliori anni della nostra vita ma senza bisogno di Renato Zero, eccola qui: si ricandida, l’Irene. Torna in politica, ma giammai con la Lega, orbata della guida celtica del Senatùr: invece proprio con il Cavaliere azzurro, quello di Forza Italia. Cose che nemmeno nei sogni più ubriachi dei novantaquattristi, di quelli della prima ora, della discesa in campo, dell’Italia è il paese che amo.
Hurrah!, sono passati 25 anni, ma nelle magie del Cavaliere il tempo si è fermato. Bene, col piffero. Non avevamo ancora smesso di essere felici per la Pivettona, che arriva il fulmine, la botta che spezza le reni: insomma, Elisabetta Gardini. Ha annunciato che lascerà Forza Italia, con parole così amare che manco quando se n’era andato Sandro Bondi: “Dopo una lunga riflessione e dopo aver constatato che le scelte politiche del partito non sono più quelle che mi avevano spinto ad aderire”. Ma soprattutto, ha detto che a Berlusconi “continuano a raccontare un partito che non c’è”. E sono certe giornate amare, lascia stare. Nel partito del Cav., le donne non è che abbiano mai contato niente, ma hanno sempre significato molto. E se ne va così anche Elisabetta, che ormai era diventata una Nilde Iotti senza chignon, fine. La magia del ’94 non c’è più. Ma almeno, basta che al Cav. non gli raccontino che nel partito va tutto bene: che ci pensa Toti.