Burioni nei palloni
La lite tra Allegri e Adani mostra che il mito della competenza non funziona nel calcio
Ci perdonerà il dottor Burioni se lo tiriamo per qualche riga nel mazzo esavalente e non sempre competente degli allenatori nel pallone. D’altra parte lui è gran tifoso della Lazio e capirà: per il tifo non c’è vaccino, calcisticamente parlando. E dunque, Max Allegri, o della competenza. L’arruffatissimo Lele Adani, che non avrà preso il PhD a Coverciano né vinto sei scudetti (sì, non ha mai perso manco cinque coppe di fila: ma non state a fare battute scontate, che qui il tema è serio), ha fatto a Max Allegri una domanda banalissima, persino pertinente. E Max Allegri l’ha ribaltato in diretta, come un luminare della scienza con un antivaccinista da tastiera: “Siete tutti teorici. Adani sei il primo che legge i libri e di calcio non sai niente. Non hai mai fatto l’allenatore, sei lì dietro e non sai cosa succede. Ora stai zitto, parlo io che sono l’allenatore che ha vinto sei scudetti”.
È il metodo Burioni, appunto: ecraser l’incompétent. Non è sicuro che funzioni sui vaccini, ma sul calcio poi, suvvia! Il commentatore sportivo è l’alter ego di tutti noi: vede la partita, dice la sua, fa una domanda magari a piffero. Ma che diamine, la verità è che i Max Allegri non sempre ne sanno di più, o cosa dire. E se rispondessero, invece di vantare lauree, non è che CR7 si becca il morbillo, per dire. Manca solo, in questo sciagurato calcio, che gli allenatori si mettano a dare lezioni di competenza. Pensate come finiremmo: a prendere sul serio persino un Dibba da panchina come il Loco Bielsa. Più umiltà (tà-tà).
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