Cara Anna Frank, piove
Se far leggere il diario della bambina ebrea uccisa dai nazisti può costare una sospensione a una maestra
Non sono particolarmente allarmista, non come una Greta applicata alla politica intendo, ma qualcosa di preoccupante sta accadendo davvero. Non solo perché piove come nel 2019 di Blade Runner (era ambientato in novembre, ma se trovate la differenza vincete un Vinci Salvini). Non solo perché ogni volta che qualcuno organizza un comizio finisce in rissa come non capitava più. Ma è quasi più preoccupante se accade di dover restare incantati, un po’ increduli, davanti a un titolo sul web (sì okay, è la nuova Repubblica: gli è venuto il tic del titolo forte, tipo la Notte di Nino Nutrizio) e chiedersi se può essere vero, se hanno capito male, o che cosa. C’è scritto: “Catania, maestra sospesa per uno scappellotto. Ma lei accusa: ‘Ho solo letto il Diario di Anna Frank’”.
E sei costretto, con orrore, a pensare: beh, se per un tema in classe che fa un po’ di confusione tra leggi razziali e ddl sicurezza – non più di quelle che farebbe un elettore medio di Piazza Duomo, eh – chiamano la Digos, far leggere Anna Frank può ben meritarsi una sospensione. Ma il ceffone? La mamma denunciante dice così: “Picchia mio figlio, lo obbliga a stare in piedi e gli ha fatto saltare la merenda e tratta tematiche politiche in classe con nozioni ‘comuniste’”. La maestra delle elementari replica: “Non ho fatto mai politica, ho solo letto il Diario di Anna Frank in classe”. L’hanno sospesa per lo scappellotto, infatti. E però ormai sembra normale che sia l’accusa di plagio a contare di più. Del resto Anna Frank è un insulto allo stadio, Zorro è diventato un’arma di piazza. E già è strano che il ceffone non se lo sia preso la maestra. Ma smetterà di piovere, sì.
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