Chiudete la Crusca please
Cosa succederebbe se in Italia prendessero definitivamente il potere i passatisti culturali, quelli del sovranismo linguistico
“Citto bagaj, che adess vöri cünta’ come l’è che se fa’ a mètt in pee un bel palazz che’l borla minga giò, mìnga comè quell barlafùs de Genova”. Si potrebbe andare avanti e scrivere tutta la rubrica in dialetto milanese, ma era solo per rendere l’idea di quel che potrebbe succedere, in una prestigiosa università come il Politecnico di Milano, se in Italia prendessero definitivamente il potere loro: i passatisti culturali, quelli del sovranismo linguistico, quelli che confondono la difesa di una identità (della quale fa parte, a buonissimo diritto, anche il Politecnico) con la chiusura all’innovazione. Succederebbe che, oltre a vietare le lezioni in lingua inglese, prima o poi qualcuno imporrebbe il ritorno al milanes, tanto caro all’Ingegner Gadda. Succede che l’Accademia della Crusca ha deciso di conferire il premio “Benemeriti della lingua italiana” – anzi lo ha proprio inventato a bella posta quest’anno – a Maria Agostina Cabiddu, giurista del Poli che, quando l’università decise di introdurre corsi esclusivamente in inglese, “agendo contemporaneamente sul fronte della pubblica opinione e del diritto, organizzò un Comitato di docenti che espresse ripetuti appelli avversi alla decisione del Senato accademico e contemporaneamente si rivolse alla legge con un ricorso al Tar della Lombardia”. Manco fosse una staffetta partigiana. Ovviamente, siamo in Italia, il ricorso fu vinto, la Crusca esultò manco avessero ritrovato un autografo di Dante. E gli studenti del Poli, in compenso, non possono studiare in inglese. Pensare che volevano abolire l’innocuo Cnel. Chiudete la Crusca, che è dannosa.