Sfighe da Campidoglio
Non sarà così sberluccicante, ma è altamente simbolico che ai piedi del Campidoglio, insomma a Casa Virginia, abbiano trovato la testa di una divinità
Certo non sarà altamente simbolico come il sorridente Giggino, che chiude la campagna elettorale “tutti insieme con un grande evento” alla Bocca della Verità (tà-tà), dove ovviamente il grande evento simbolico sarebbe che dicessero la verità (ah-ah). Certo non sarà dirompente come una grande festa (“unitevi a noi, portate le vostre famiglie”, manca solo la carezza ai vostri bambini) intitolata “ContinuareXCambiare, a Roma la tappa finale”. Festa con tanto di spazio per le “Agorà” con deputati e senatori (ma non si chiamavano cittadini e portavoce? Mah), perché la kultura classica Giggino ce l’ha nel Dna (nà-nà). Insomma non sarà così sberluccicante, ma è altamente simbolico che lì a due passi, ai piedi del Campidoglio, insomma a Casa Virginia, abbiano trovato la testa di una divinità. “In marmo bianco, dai capelli ondulati e raccolti”, insomma un figaccione che potrebbe essere Dioniso: uno che se la spassava, non un tristanzuolo da decrescita. Ed è subito festa grande per la Capitale più disastrata di tutte le elezioni europee, per il Comune più scalcagnato tra quelli in mano grillina. Così su Facebook si è subito felicitata la sindaca Raggi, con tanto di vicesindaco Luca Bergamo: “Roma sorprende e ci regala emozioni ogni giorno”. Hanno dato “un caldo benvenuto nel patrimonio di Roma” alla bella statua del dio. Già che c’erano, il reddito di cittadinanza no? Ma visto che è pur sempre la capitale, e che stiamo pur sempre votando per non farci cacciare a calci in culo dall’Europa, speriamo che il ricciolone sia Dioniso davvero e non un busto di Beppe Grillo. Che quello porta sfiga.