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LaPresse
Tabaccai, cazzate e guai
L’unica cosa divertente nella vicenda di Pavone Canavese è la sparatoria di cazzate senza porto d’armi tra Salvini e Conte
Non per essere paraculi come Travaglio, che sul caso Lucci-neomelodico è riuscito scrivere: “A parte le famiglie Falcone e Borsellino e le altre vittime di mafia, che hanno il sacrosanto diritto di protestare, invitiamo alla calma”, ma anch’io inizierei col dire che, moldavo morto a parte, non ce l’ho con i tabaccai. Questo premesso, risulta dall’autopsia che il ladro di Pavone Canavese è stato colpito alle spalle mentre si trovava sul marciapiede, e il tabaccaio avrebbe sparato dal balcone. Se la vedranno i giudici, mentre Salvini dovrà provvedere a una nuova extension della sua legge.
La cosa più divertente (vabbè, l’unica) è però la sparatoria di cazzate senza porto d’armi tra il pistolero dell’Interno e l’Avvocato del popolo. Spara Salvini: “Ribadisco che sono e sarò sempre a fianco dell’aggredito”. Contrattacca Conte, dal fortino di Palazzo Chigi: “Non entro nel merito del caso del tabaccaio (quando mai è entrato in un merito?, ndr). Comunque non è detto che io e Salvini si debba avere le stesse opinioni”. La soluzione del caso resta però difficile: chi è, tra i due, che ha iniziato per primo a sparare nella schiena?
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