Morandi, camorra e M5s
Toninelli inciampa sul peggiore degli incidenti possibili per uno che sa solo blaterare onestà-tà-tà.
Erano partiti, il giorno dopo la tragedia del ponte Morandi, promettendo l’immediata “caducazione” della concessione ad Autostrade per l’Italia. Il trio Lescano: Danilo Toninelli, Giuseppe Conte e Giggino Di Maio. Tutti per uno e un crollo per tutti. Molti mesi e molta acqua sotto i ponti dopo, della revoca della concessione nulla si sa più, anzi no, è stata revocata la revoca, era una stronzata (ma va?). Invece il ponte sta ancora lì. E il ponte nuovo che doveva essere già ricostruito, più bello e meno corruttibile di pria, e con tanto di aree picnic per le famiglie, ancora non c’è. Pure i cittadini di Certosa e Sampierdarena iniziano a incazzarsi, vorrebbero sapere almeno la data esatta in cui faranno esplodere i piloni che vanno abbattuti. Ma Toninelli manco questo è riuscito a garantire. L’unica cosa che il geniale ministro alle tensostrutture è riuscito a fare, in quasi un anno, è di essere “caducato”, lui, sul peggiore degli incidenti possibili per uno che sa solo blaterare onestà-tà-tà. Infatti hanno arrestato due “imprenditori” camorristi che si erano infiltrati nei subappalti per la demolizione del Morandi. Nonostante tutti gli spazza corrotti; nonostante tutte le norme anticorruzione che hanno bloccato lo sbloccacantieri, nonostante le accuse ai Benetton e ai poteri forti e a quelli che governavano prima, a scivolare sulla camorra è stato il presente governo. Intanto il ponte Morandi sta lì, in attesa che ci pensi la camorra, e l’unica cosa abbattuta a regola d’arte è la credibilità di questi che gridavano all’onestà,
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