Salvini è come Epstein, e Spadafora è un brain offender
Il sottosegretario del M5s accusa il leader della Lega di essere peggio del mostro di New York, e lui gli fa saltare la conferenza stampa
Probabile che sia sempre colpa di Carlo Verdelli, c’è una scuola di pensiero che la vede così: colpa dei suoi titoli. Un giorno sparano che c’è il derby Salvini-Papa, come fosse una novità; ieri aprivano la prima pagina addirittura su una conferenza stampa che avrebbe dovuto svolgersi nel pomeriggio. E che invece è saltata. Per colpa loro. O meglio, per colpa di quella cima tempestosa di Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità. Con Giulia Bongiorno doveva presentare il primo censimento nazionale dei centri antiviolenza per le donne. Benissimo, per carità, ma magari non da aprirci il giornale. Solo che Spadafora, che è una vecchia pantegana del sottobosco ministeriale, ha approfittato per provare a far saltare – pure lui – il governo. E ha detto: “L’Italia vive una pericolosa deriva sessista”, e come esempio prende “gli attacchi verbali del vicepremier alla capitana Carola. L’ha definita criminale, pirata, sbruffoncella. Parole, quelle di Salvini, che hanno aperto la scia dell’odio maschilista”. Se gli diceva che è peggio di Epstein, il mostro di New York, o persino di Bellomo, il giudice che voleva le studentesse in minigonna, faceva prima. Anche perché quel che ha ottenuto è che Salvini gli ha fatto saltare la presentazione del suo censimento e gli ha risposto: "Sta al governo con un maschilista? Fossi in lui mi dimetterei”. Un genio come Epstein, che era riuscito a farsi derubricare da “predator” a “sex offender” – la differenza tra un ladruncolo e un assassino. Invece Spadafora andrebbe derubricato a “brain offender”.