Julio come Savoini
Il consigliere di Salvini nega di aver ricevuto soldi dai russi, proprio come Iglesias accusato di avere avuto un figlio illegittimo
Eccolo qui. Per l’ex ministro familista Lorenzo Fontana, traslocato a prendersi cura dell’Europa, c’è già il primo euro-caso di attacco alla paternità responsabile in cui potrà far valere la sua nobilitate. C’è da salvare nientemeno che Julio Iglesias, prototipo del maschio tradizionale (nomen omen) e senza scivoloni di gender, dall’infamante accusa di aver disseminato il seme fuori dalla famiglia, ai tempi in cui era un pirata e un signore. Un processo indiziario, al limite della giurisprudenza demenziale, lo ha inchiodato: ma si sa che la Spagna è terra di relativisti etici. Il tribunale ha stabilito che Julio è il padre biologico di un uomo di 43 anni, un’ex ballerina portoghese dice di aver avuto una breve relazione, giusto giusto nove mesi prima che il bimbo nascesse. Iglesias ribatte che il fatto che stessero insieme nello stesso posto e nello stesso tempo non significa che lui sia il padre e, hombre vertical, si è rifiutato di sottoporsi al test del Dna. Male, il tribunale ha deciso che è il padre biologico lo stesso. A prescindere. Menomale che non era accusato di omicidio. Del resto, se il maschio ha sempre torto ed è sempre porco, a che serve la prova biologica? Capirà da sé, Fontana, che Julio Iglesias è un pezzo del vecchio mondo da difendere. Ma se con le fregnacce della famiglia naturale non dovesse cavare un ragno dal buco, gli consigliamo il piano B, cioè la linea difensiva di Savoini Gianluca (lo conosce, no?): il fatto che io stessi in un hotel di Mosca in compagnia di trafficoni russi, non significa che mi abbiano davvero dato i soldi che gli ho chiesto. Il Dna sovranista non inganna mai.