Un bel giorno discontinuo
Pronti via, e da Riace al Friuli-Venezia Giulia l'esordio del BisConte è già uno smacco per la Lega
Che differenza può fare un giorno, anzi una mezza giornata: la prima parte era andata nel rito un po’ barocco del giuramento, col BisConte che si passava la campanella da solo (e forse si diceva tra sé e sé, “Beppe stai sereno”). Pronti via, appena insediatosi il governo della Discontinuità, oltre a spedire Gentiloni in Europa, ha deciso di impugnare la legge super sovranista del Friuli-Venezia Giulia perché, nella foga di difendere i sacri confini, Massimiliano Fedriga s’era spinto oltre le competenze della Regione, varando norme discriminatorie nei confronti dei migranti. Dall’altra parte dello Stivale, Mimmo Lucano ha potuto invece tornare nella sua Riace e abbracciare il suo babbo malato. I legali dell’ex sindaco arcibuonista lo chiedevano da tempo, ma fino a ieri sembrava, alla magistratura, che il suo ritorno a casa fosse una minaccia alla sicurezza nazionale. O alla pace nel mondo. Ma adesso basta, Salvini non c’è più. O almeno, lui c’è ancora: ma esodato dal Viminale ha altro a cui pensare. Ieri la procura di Milano ha fatto sapere che il Capitano è indagato per diffamazione nei confronti della capitana della Sea Watch 3, la piratessa Carola Rackete. E va bene che lui ha risposto come un Rodomonte – “Denunciato da una comunista tedesca, traghettatrice di immigrati, che ha speronato una motovedetta della Finanza: per me è una medaglia!” – ma diciamo che d’ora in poi le chiacchiere via social stanno a zero. Anche perché al Viminale è arrivata una nuova ministra (che si è subito presentata in ufficio) che Twitter nemmeno ce l’ha. E questo è il primo giorno, poi si vedrà.
CONTRO MASTRO CILIEGIA