foto: Figc.it

Peggio della Terza Camera c'è solo la terza maglia

Maurizio Crippa

Cosa c'è dietro la divisa diversamente diversa che la Nazionale del Mancio indosserà sabato contro la Grecia

Abbiamo attraversato a ciglio asciutto un ventennio di decadenza della Seconda Repubblica, di crollo delle sue istituzioni e ludibrio dei suoi uomini migliori, specchiandoci tutte le sante sere nella caricatura del Parlamento e al tempo stesso nella sua nemesi: la Terza Camera di Bruno Vespa, sì insomma Porta a Porta, titolo in apparenza di vicinanza, ma di subliminale occhieggio calcistico. Chi a incensarla, chi a maledirla, ma era la Terza Camera che tutto decideva. Ma ora, se Giggetto & Zingaretto fanno davvero la porcata e affettano i parlamentari col machete, chissà che non sia ora di smagrire anche l’Aula di Vespa. Così, per amore dell’Italia.

 

Eppure c’è qualcosa che lascia ancora più sconsolati di tutto questo decadere. Ieri la Figc ha presentato al colto e all’inclita la Terza Maglia. Insomma la divisa diversamente diversa che la Nazionale del Mancio indosserà sabato contro la Grecia. L’utilità di una terza maglia è ovviamente soltanto venale. E applicata alla squadra che tutti ci rappresenta, fa pateticamente ministero delle Entrate. Ma l’utilità che il colore degli Azzurri si trasformi in verde, con impunture arabescate perché “la grafica è ispirata al Rinascimento, una celebrazione del passato, del presente e del futuro della cultura italiana” sfuggirebbe anche a Bruno Vespa. A meno che la sottile allusione, ora che arriva la Terza Repubblica, sia al Calcio fiorentino. Un salamelecco renziano, suvvia. E allora, tanto valeva scriverci sopra “Italia V***” e spararla in tribuna.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"