Salman Rushdie firma copie del suo ultimo libro (LaPresse)

Passi il circolo Pickwick degli scrittori contro Handke, ma Rushdie no

Maurizio Crippa

Anziché scrivere bei libri e farci i soldi come sempre si occupano di stabilire chi possa scrivere e chi no

Arrivo ad essere quasi perfettamente d’accordo con chi ha scritto che il cinquanta per cento del Nobel per la Letteratura lo dovevano dare a Don Winslow. Posso ingoiare con stoicismo il rospo cinefilo di Mariarosa Mancuso, quando scrive che Il cielo sopra Berlino è invecchiato male. Mi taccio con il dovuto, e tengo a specificare non formale, rispetto davanti alle madri di Srebrenica che considerano un insulto morale alle vittime aver premiato l’autore di Un viaggio d’inverno ovvero giustizia per la Serbia e che andò ai funerali di Milosevic (per quanto, se dovessimo far assegnare i premi letterari ai parenti delle vittime, vincerebbe sempre Agatha Christie). Ma poi c’è la “comunità internazionale dei letterati”, il circolo Pickwick più molesto che ci sia, che anziché scrivere bei libri e farci i soldi come sempre si occupa di stabilire chi possa scrivere e chi no, e soprattutto non se è bello o brutto: ma se è bene e male. “Io parlo solo da scrittore. Le mie non sono posizioni politiche”, aveva detto Peter Handke, e per un artista dovrebbe bastare. A meno di voler dar fuoco alle pellicole di Roman Polanski con lui dentro, di voler distruggere tutti i Caravaggio, o dichiarare vietato Céline. Ma posso pure dar per buono più o meno tutto, di questa fuffa. Ma quando arriva Salman Rushdie per ri-assegnare ad Handke il premio “scemo internazionale dell’anno”, Rushdie, l’uomo che scrisse un brutto libro e da allora ci campa e ci scassa i maroni, questo no.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"