Gozi, il piccione maltese
L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio aveva un piano ardito, come Sam Spade
Nomen omen, l’attrazione fatale era scritto nel destino che potesse scattare. Lui si chiama Gozi, e c’è quest’isola incantata, coi fondali verdi e blu, che si chiama Gozo. Solo che è a Malta. Se fosse solo per le vacanze, en marche! Ma, per tutte le divinità del Mediterraneo, se invece che un turista sei un politico italiano, per di più ingaggiato dai francesi come un Verratti qualsiasi, se hai mollato persino il Pd per diventare un europeo a Parigi e realizzare la tua “ambizione transnazionale”, ma proprio con Malta di devi andare a impicciare? Con tutta la nuvola di fuffa truffalda che adesso, se sei un politico italiano, si solleva anche solo a nominarla, Malta? Sandro Gozi aveva un piano ardito, come Sam Spade quando doveva recuperare il falcone maltese. L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio è andato a Parigi per imparare da Macron come si fa la rivoluzione “né di destra né di sinistra” e spiegarla a Renzi. (Ma c’è chi sospetta che fosse andato su incarico di Renzi per spiegare a Macron come doveva fare En Marche!). Si è fatto eleggere a Strasburgo, con Macron, eroica quinta colonna dell’europeismo, ma è in attesa che gli inglesi facciano Brexit e si tolgano dai piedi per subentrare da primo dei non eletti. Nel frattempo, si è messo a lavorare da consulente del premier Edouard Philippe. Finché è scoppiata la storia di Malta, di una consulenza per il governo di Malta. E se sei consulente del governo francese è una situazione che persino Enzino Scotti si sentirebbe in imbarazzo. Così si è dimesso, e gli fa onore perché Salvini invece no. Ma siamo sicuri che sarà una nuvola di passaggio, nel cielo sopra Gozo. (pardon, Gozi).