Uscire il cane, mangiare sardine. Antropologie mostruose
La ministra dell’anti casta che invece si comportava come una matrona romana e il nuovo prodotto della Bestia
Perdonate il sicilianismo, ma la lingua del popolo è più sapida, e inquadra meglio la bassezza terragna – anzi da scomparire sottoterra se esistesse ancora la vergogna – della situazione: “Escimi il cane”. Mai avremmo pensato di doverci occupare nuovamente della ex ministra della Difesa della casa, la rientrante al Pigneto Elisabetta Trenta, ma la coda della vicenda picaresca, come le vecchie comiche finali fa ridere assai e apre squarci di inaudita umanità grillesca.
“Escimi il cane”. Si apprende dunque che nei famosi centottanta metri quadri indispensabili alle nuove relazioni della ministra ci fosse posto anche per uno schnauzer nano, insomma un canuzzo battezzato Pippo, (la fantasia al potere). Che soffriva di solitudine, cosicché quando il ministro era a difendere il sacro suolo veniva prelevato a casa da un’auto militare e scortato al ministero. Dove scodinzolava, immaginiamo, facendo meno danni di quanti potesse farne la sua padrona. La sua padrona dell’anti casta; del basta con le auto blu; del vaffa ai privilegi. La sua padrona che invece si comportava come una matrona romana ai tempi di Marziale. E questa è l’antropologia dei grillini, spiegata. Un’antropologia se volete disgustosa, ma in fondo risibile e ridicola.
Antropologia – anzi zoologia – più belluina è invece quella à la Matteo Salvini. Non s’è fatto in tempo a divertirsi per la leggiadra e ironica idea delle sardine, che la sua Bestia ha prodotto un nuovo logo e slogan, “gattini con Salvini”, con un felino che si mangia una sardina. Di cattivo gusto? Minaccioso? Lui è così, parla solo alla pancia. E con la pancia.