La morte vera e la foto finta di Daniela, El Mimo
C'è una maschera che non sorride più, e vale la pena raccontare, per due motivi: per un saluto e per una domanda che pone a tutti: sarà poi vero che risus omnia vincit?
A proposito di maschere sorridenti, di travestimenti e nomignoli d’ironia che stanno qua e là per il mondo sgonfiando il petto in fuori della politica dei Rodomonti, c'è una maschera che non sorride più, e vale la pena raccontare, per due motivi. Per un saluto e un omaggio (per quel che serve) e perché quella maschera una domanda ce la pone a tutti: sarà poi vero che risus omnia vincit? E sarà poi vero, tutto quanto? Compreso che social omnia vincit?
La storia da raccontare, per unirsi alla testimonianza di molti, è quella di un mimo, anzi El Mimo. Che si chiamava però Daniela Carrasco, era giovane e cilena, faceva l’artista di strada e la protesta contro il governo, anche nei giorni dello stato d’emergenza, e più di un mese fa è stata trovata impiccata per strada, alla periferia di Santiago del Cile. Anzi: “Violentata, torturata, impiccata ed esposta, cadavere, come un trofeo”, secondo organizzazioni umanitarie e femministe: ad opera della polizia o di agenti limitrofi, le zone nere e grigie di ogni repressione. Stanno provando a far luce, a farsi dire la verità. Però, per esplodere sui media fuori dal Cile, per diventare l’hashtag #justiciaparadaniela ci è voluta una foto. Ma non la sua. La foto di un’altra giovane donna che in una manifestazione si è messa gli abiti di lavoro e il trucco del Mimo, naso rosso a ciliegia compreso, come si truccava lei. E allora la commozione e l’indignazione sono esplose. O ci si sono aperti gli occhi, come si spalancano gli occhi quando si vedono gli artisti di strada.
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