La rubrica contro Cellino
Caro Paolo Berizzi ti affido una storia per la tua rubrica. Una battuta becera del proprietario del Brescia
Sempre in bocca al lupo ai colleghi che inaugurano una nuova rubrica quotidiana (oggi) su un giornalone come Rep. E persino un pizzico di invidia, per un collega chiamato a firmare addirittura “una rubrica contro l’odio”, altro che quisquilie. Annuncia il bravo Paolo Berizzi che nel suo “raccoglitore quotidiano di storie brevi” (raccoglitore fa un po’ schedario della questura, ma amen) saranno censiti: “Il mondo nero del razzismo, dell’antisemitismo, dei rigurgiti fascisti e nazisti. Le derive del bullismo politico e le discriminazioni sessiste. I manganellatori della Rete e i fomentatori del rancore”. E francamente, davanti a un simile elenco che la prima Cantica di Dante è un impreciso riassuntino per educande, scappa un’esclamazione padan-leghista alla Renato Pozzetto: “Ellamadooonnaaaa!!!”. Poi però, esagera sì esagera no, ieri arriva questo personaggio, che da molto tempo naviga nel demi-monde del calcio che conta poco, comprando e vendendo squadre come se fossero saponette. Insomma Massimo Cellino, proprietario del Brescia. Dove adesso gioca Balotelli, o forse non giocherà più non per colpa dei razzisti di Verona, ma perché ha una testa che è quel che è: l’allenatore l’ha cacciato dal campo. Ma Cellino, pensando forse di fare una battuta intelligente, degna di Van Basten, ha detto, di Balo: “E’ nero: sta lavorando per schiarirsi, ma sta trovando molte difficoltà”. E forse credeva di essere il nuovo Berlusconi, che dava di abbronzato a Obama, invece è soltanto un becero, anche se ha incaricato la società di specificare che era “evidentemente una battuta a titolo di paradosso”. Io lo affiderei alla prima rubrica del collega Berizzi: vai e punisci.