Grazia a Bossi, Lega ciao
Il colpo di spugna di Sergio Mattarella alla pena detentiva che Umberto Bossi doveva ancora espiare è la certificazione che la Lega del Senatùr non c’è più
Poi uno la mattina si mette di buzzo buono a leggersi l’articolessa di Gad Lerner sul congresso natalizio e misterioso (ne saprà di più la Madonna di Medjugorje?) che liquiderà la cara vecchia Lega Nord per l’indipendenza della Padania. O forse ne farà due, ma una sarà probabilmente la bad company con accollo dei 49 famosi milioni, e l’altra invece più bella e sovranista di pria. E insomma uno fa la sua bella fatica, la mattina, per capire alla fine quel che sapeva già da un pezzo: che la Lega nordista e indipendentista, o fosse pure federalista, del vecchio Senatùr non esiste più. Poi arriva il pomeriggio, e dal Quirinale piove la notizia che, in poche righe, fa la sintesi di tutto quanto. Sergio Mattarella, il presidente buono, ha concesso la grazia a Umberto Bossi, a riguardo della pena detentiva che ancora dovrebbe espiare (un anno di reclusione) per il delitto di “offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica”, il caro vecchio vilipendio, per aver dato nel 2011 del “terùn”, facendo pure le corna, a Giorgio Napolitano. Il tempo passa, Napolitano aveva fatto sapere di non avere “alcun motivo di risentimento” e Mattarella è saggio. Ma più che altro, è la certificazione che la Lega di Bossi non c’è più, la Padania nemmeno, niente più minaccia, Salvini vuole bene a tutti i “prima gli italiani” e al malandato Senatùr tocca andare in carrozzella a Via Bellerio per implorare il Capitano: “Non uccidete la Lega Nord”. Mattarella ha sancito un grazioso parce sepulto. E noi, a saperlo prima, ci risparmiavamo l’articolessa di Gad Lerner.