La solita m…, ieri, di un paese in cui c'è ancora il Ruby ter
Nell’infinita giustizia italiana esiste ancora un processo che è il cascame del cascame di altri due processi sul niente pruriginoso
Mentre apprendiamo che Diana Del Bufalo e Paolo Ruffini si sono lasciati (ma da mo’) e che lei piangeva pure sul pavimento, e puntuali immagazziniamo l’informazione con un attonito: sticazzi. Mentre apprendiamo che Albano è ritornato in tivù dopo un grave dolore, e ancora più attoniti di prima ci ridiciamo: ma sticazzi. Mentre terrorizzati cerchiamo un anfratto dove metterci al riparo dalla domanda più cretina del giorno: fa più orrore Marione o chi l’ha ingaggiato (spoiler: è peggio la Boldrini)? Mentre insomma contempliamo la consueta catastrofe di un paese dalla vocazione irrreale, ci tocca anche registrare questa. Che nell’infinita giustizia italiana esiste ancora un processo Ruby ter, nonostante che pure la Boccassini sia andata in pensione, che è il cascame del cascame di altri due processi sul niente pruriginoso, che servirono a colpire il dongiovannismo brianzolo di un noto politico di quei tempi. E apprendiamo, senza nemmeno più la forza di dire sticazzi, che per il terzo processo di fila fanno ri-testimoniare una ragazza, di cui taciamo il nome per noia, la quale ripete per la terza volta il suo racconto, e per la millesima volta i siti online (e i giornali di domani) fanno “oohhh” come Povia, come se non l’avessero mai sentito. E mentre la Scala, che evidentemente gode di extraterritorialità, tributa onori a Placido Domingo senza badare al fango del giustizialismo sessista di serie C, in tutto il resto del paese, ieri pioveva la solita merda.