Scimmie di Taormina
I tre scimmioni commissionati dalla Lega calcio di Serie A più che contro il razzismo sono sembrati uno sfottò razzista. Peggio di loro c'è solo un politico, già avvocato, che associa le sardine alle Brigate rosse
Mentre Mortiria Raggi un giorno non si accorge di aver assunto un vignettista nazista e l’altro non si accorge che al Macro, museo di eccessive pretese ma che fa pur sempre capo all’assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale, hanno esposto un disegno blasfemo giusto nei giorni di Natale, nell’unico altro luogo d’Italia che stia messo peggio del Campidoglio, sotto il profilo cognitivo, e cioè alla Lega calcio di Serie A, hanno fatto questo. Hanno commissionato un’opera di sensibilizzazione contro il razzismo (magari, senza scomodare le Muse, basterebbe arrestare gli ululatori, come fanno all’estero) a un soi disant artista. Fugazzotto Simone si chiama, uno che disegna solo scimmie, qualsiasi senso abbia (almeno Cattelan, che già non è Leonardo, non appiccica solo banane). Queste tre scimmie di vari colori (ma evocativi dei colori delle tifoserie) hanno fatto incazzare tutti perché più che contro il razzismo sono sembrati uno sfottò razzista. E oggettivamente lo sono, quale che fosse l’intenzione dello sventurato Fugazzotto, semplicemente perché sono brutte. Ma brutte proprio. Come un titolo di Zazzaroni, quello del “Black Friday” (ora Zazza va in giro a vantarsi che Dibba gli ha fatto i complimenti, e abbiamo detto tutto). Certo poi, peggio di Fugazzotto Simone e degli altri c’è Taormina Carlo, già avvocato di molto pelo e capace in politica di passare dal Cav. a Beppe Grillo. Ha twittato: “Per me le sardine sono un movimento che replica le varie articolazioni comuniste che hanno generato le Brigate rosse”. E’ pronto per difendere Lannutti, non ci fosse già Di Pietro.
CONTRO MASTRO CILIEGIA