La scuola è di classe

Maurizio Crippa

La presentazione classista dell'Istituto comprensivo “Via Trionfale” di Roma è la certificazione della realtà: non è mai esistita la scuola di stato uguale per tutti

C’è qualcosa di più di un banale scivolone di razzismo sociologico, o di un atteggiamento castale applicato alla pubblica (e statale) istruzione, in questa notiziola che i dirigenti dell’Istituto Statale Comprensivo “Via Trionfale” di Roma speravano, forse, non diventasse notizia. Ma qualcuno si è accorto che sul sito della scuola, divisa in differenti sedi ma “accorpata” (maledetto sia il gergo burocratico) in un’unica identità gestionale la presentazione suona così: “La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto”, mentre il plesso sito “nel quartiere popolare di Monte Mario accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa” e molti stranieri. Poi c’è la sede di Cortina d’Ampezzo, dove vanno i figli “dell’alta borghesia” assieme ai figli “di colf e badanti che lavorano per le loro famiglie”.

 

Come ovvio, s’è scatenata la polemica egalitaria contro una simile ripartizione per ceto e censo di una scuola di stato. Ha ritrovato la parola persino la ministra Azzolina. Ma c’è qualcosa di più serio dell’indignazione ammodino e democratica. E anche della constatazione che ormai la finzione linguistica che ha garantito la pace sociale per decenni è svanita: si può ricominciare a dire a un povero che è di serie B perché è povero. C’è molto di più, dicevamo. La presentazione di questa scuola molto poco trionfale è la certificazione della realtà: non è mai esistita la scuola di stato uguale per tutti. Sotto la finta uguaglianza, anzi a causa della finta uguaglianza, la scuola italiana è di classe. Come aveva capito, tra i pochi, don Milani.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"