Elisabetta Gregoraci (foto LaPresse)

La Gregoraci è gnocca?

Maurizio Crippa

Amadeus, Sanremo e l’impossibilità fisica per il maschio di oggi di dire su una donna qualsiasi cosa, neanche “bella”

Quando c’è Sanremo vado a letto anche più presto, conferenze stampa incluse. Dunque mi sono interrogato se fosse il caso di spencolarmi come un card. Sarah qualsiasi sull’abisso dell’occidente. Ma non si può tacere, se la domanda abissale è questa: “La Gregoraci è gnocca?”. Dacché nessun essere senziente può pensare che sia stata esclusa da Sanremo perché Briatore è di destra. Ma da Chi non lavora non fa l’amore a oggi la guerra dei sessi ha fatto passi avanti: è una trappola mortale anche per linguisti, figurarsi per Amadeus. Che è finito nel pandemonio del linguaggio sessista per avere detto una cosa che, sulle prime, ma stavo per andare a letto, era sembrata innocente: sul palco ci saranno dieci donne “tutte molto belle”. Davvero, nel 2020, dire “tutte molto belle” è offensivo (chiedo per un’amica)? Amadeus, tra i presentatori, è quello che ha sempre avuto l’ammicco più cochon (poi magari è solo il taglio degli occhi) e meno tartufo nell’esibire le belle ragazze in quanto parte dello show. Aveva inventato “la scossa”, e Lucia Annunziata presidente Rai indicò lo stacchetto come inadatto alla fascia oraria e offensivo della dignità delle donne. Da allora anche Amadeus s’è evoluto, ma non abbastanza da capire che se non puoi più dire manco “bella” l’alternativa non è dire qualcosa di più decente: è non poter dire più niente. Così s’è provato a mettere una toppa peggio del buco. Presentando Francesca Sofia Novello, ha aggiunto che la fidanzata di Vale Rossi è stata scelta per “la capacità di stare vicino a un grande uomo stando un passo indietro”. E ha firmato la sua inevitabile condanna. L’abisso in cui è precipitato, parafrasando Damien Hirst, è questo: “L’impossibilità fisica per un maschio vivo di pensare la parola gnocca”. Infatti ieri un giornale storico della destra, nel giorno in cui Salvini finiva impallinato dalla Consulta, ha preferito titolare a tutta pagina: “Donna di destra. La Gregoraci fuori da Sanremo”. Quando sarebbe stato molto più politicamente credibile scrivere: “La Gregoraci non è abbastanza gnocca per Sanremo?”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"