E' tornato Tonino
Nel corso degli anni ci siamo anche complimentati con Di Pietro. Poi però c'è stato l'anniversario di Craxi... ed è tornato quello che conoscevamo
Siccome nella vita prima o poi si prendono anche le badilate sui denti, o le zappate sui piedi, per attenersi al mondo contadinesco dell’ex Giudice del Popolo col trattore, anche Antonio di Pietro, Tonino per gli amici, nel corso degli ultimi difficili anni ha avuto qualche momento di resipiscenza, o di lucidità politica, che lo ha portato a dire cose per cui lo abbiamo – mannaggia a noi, a denti un po’ stretti – persino complimentato. Gli capitò di dire che questi sono peggio di quelli, e meno onesti pure, e che indubitabilmente sono molto meno capaci di governare. O che certe derive del giustizialismo lasciano basìto per difetto persino un cannibale delle aule giudiziarie come lui. Del resto, il tempo passa, e Tonino i conti con la realtà in cui la “necessità” della politica gira come quanto e più della patonza ai tempi del Cav., li ha dovuti fare. Tutti e di più. Ma poi arriva l’anniversario di Craxi, e arriva il cronista tagliagole che non vedeva l’ora della rimpatriata, e Tonino torna a fare il pm tagliagole del tempo che fu. E dice: “Bettino era un latitante e fu solo vittima di se stesso”, e che sono passati vent’anni “e c’è un completo stravolgimento della realtà”. E che “Tangentopoli fa ancora male perché quello era il male”. E tante scorie di discarica giudiziaria abusiva che alla fine, anziché criticarlo, ci viene pure a noi un attacco di nostalgia: sei tornato il nostro vecchio caro detestabile, Tonino. Va bene così.