Bettino Craxi (foto LaPresse)

Craxi col senno di poi. La toponomastica non salverà il Pd

Maurizio Crippa

Ha ragione Sala: non soltanto intitolare una strada, ma persino parlare di Bettino è ancora una cosa impossibile

Col senno di poi, che deve essere lo stesso che ha indotto il sindaco Beppe Sala (sopraggiunti differenti impegni a noi ignoti a parte) a disertare l’altra sera la seduta del Consiglio comunale che avrebbe dovuto “discutere” la possibile intitolazione a Bettino Craxi di una via o di una piazza a vent’anni dalla morte. Col senno di poi, ci si può associare al sindaco quando si rende conto che non soltanto intitolare una strada, ma persino parlare di Craxi a Milano (nel resto d’Italia è uguale) è ancora una cosa impossibile: quindi meglio sorvolare che finire a rinfacciarsi i morti in aula. Sala ha ragione, soprattutto, quando scrive su Facebook che “nella mia comprovata lealtà verso il Pd mi permetto di dire che questa volta la gestione è stata veramente discutibile”.

  

 

Perché è il Pd lacerato al suo interno che si è opposto, con un astio superiore al necessario, all’idea della strada-riparazione. Purtroppo questa è, oggi, la sinistra italiana anche in una città come Milano. A volte ha l’aria assurda e paradossale, ma non per questo meno colpevole, di non avere ancora capito che se Milano è Milano, e la sinistra governa Milano, è perché qui, persino nella sinistra, non ha vinto il partito dei giustizialisti e dell’antipolitica. Ma per riuscire ad ammetterlo bisogna prima capirlo. Ma col senno di poi, è anche vero che non è la toponomastica, una via di periferia in più o in meno, a ridare senso alla storia o a fare giustizia. E’ una pretesa malsana, come quelli che pensano che basta abbattere la statua di Cristoforo Colombo per non aver scoperto l’America.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"